Continua la sosta forzata per i motivi che tutti conosciamo, ed allora facciamo ancora un salto indietro nel tempo, non fosse altro per non dimenticare i tempi della pesca… pescata.
Oggi riproponiamo la parte introduttiva del libro celebrativo i primi 50 anni di vita della Minerva RossoBlu68 Team Bazza…
Com’eravamo…
Il 1968 fu un anno importantissimo, fondamentale sotto tanti aspetti e la semplice citazione de “il ‘68” evoca in ognuno di noi un ricordo, un sentimento, un fremito…
Nell’immaginario comune di tutto il mondo occidentale, quell’anno rappresentò un punto di svolta culturale, politico, economico, sociale.
E Bologna fu, in quell’epoca, un punto di riferimento non solo nazionale per tutti questi aspetti: un riferimento culturale per le sue avanguardie, un riferimento politico per il suo modello civico, un riferimento economico per la miriade di aziende che in quegli anni prendevano la via dell’Italia e del mondo con la loro capacità di innovazione e di sviluppo; e poi, non ultimo, Bologna era un riferimento nazionale per la sua vivacità sociale, frutto della incontenibile voglia dei bolognesi di quegli anni di superare gli orrori della guerra nell’unico modo possibile, stando assieme, creando Associazioni, socializzando a prescindere dal motivo e dall’occasione!
Tra le tante passioni dei bolognesi di quegli anni, la pesca era tra le principali, tanto da creare una vera e propria scuola e tecnica di pesca che portava e porta il nostro nome: la Bolognese (rigorosamente con la B maiuscola!).
Ogni bar, ogni Circolo aziendale, ogni CRAL, ogni negozio di ‘Caccia&Pesca’, come si diceva all’epoca, aveva il suo gruppo di pescatori con il relativo contorno di personaggi (le cosiddette “macchiette”!), situazioni, organizzazioni, spesso differenti tra loro ma tutte accomunate da una passione e dalla voglia, imprescindibile, di stare assieme.
Tra le tante esperienze di questo genere, due, oggi traslate in una, sono ancora vive e vegete e proprio di queste, con questo libro, siamo a celebrare il 50° compleanno: il G.P.S. MINERVA NEON e la S.P.S. CANNISTI RossoBlu, divenute un quarto di secolo fa la A.S.D. MINERVA RossoBlu e, in seguito, la MINERVA RossoBlu68 TEAM BAZZA di oggi.
Di seguito cercheremo di ricostruire la storia di queste gloriose Società e degli uomini che ne hanno fatto parte, i quali hanno scritto tante pagine del nostro Sport e lasciato un segno nella vita bolognese.
Potete immaginare che ricostruire 50 anni di vita, di storia sportiva ed umana di un gruppo sportivo e delle centinaia di persone che, nei decenni, ne hanno fatto parte, sia stata cosa complessa e inevitabilmente incompleta; innanzi tutto voglio scusarmi con tutti coloro che non si ritroveranno in questo libro o vi si riconosceranno solo in parte: sicuramente é successo solo perché non ho, non abbiamo, trovato traccia storica della loro pur importante presenza.
Corre l’obbligo di ringraziare Giorgio Ghini, Carlo Conti, Gianfranco Gubellini, Marco Landi, Luciano Bazza, Maurizio Bazza, Umberto Tarterini con il suo archivio elettronico della rivista NOI PESCATORI (la seconda, quella che sarebbe poi diventata una rivista a tiratura nazionale), Stefano Bastianacci e tutti coloro che, in questi mesi, hanno fornito un contributo impagabile per la redazione di questa testimonianza e reso possibile questo lavoro.
Nello scorrere il Diario Cronologico di questi 50 anni, noterete alcuni ‘buchi’, annate parzialmente o totalmente mancanti; sicuramente anche in quegli anni le Società e gli uomini che le componevano hanno scritto pagine importanti del nostro sport ma purtroppo non ne abbiamo trovato traccia.
Angelo Borgatti – raccolta storica e stesura dei testi
C. Lo Reali – grafica ed impaginazione
Noi Pescatori: non un semplice ciclostile!
Non so quante Società di Pesca Sportiva possano dire di avere o avere avuto un proprio ‘organo di stampa’ come successeper la Minerva Neon.
Si badi, parlo degli inizi degli anni ‘70, quando la creazione di una pubblicazione era cosa piuttosto complessa e richiedeva tanto tempo, competenza e passione!
Non che oggi queste caratteristiche non servano per chi produce informazione, pur se di portata ridotta, ma é innegabile che la moderna tecnologia oggi ci mette a disposizione mezzi tali che anche una persona sola quasi può prodursi il proprio “giornalino”, per non parlare poi dei siti web, spesso i moderni sostituti della carta stampata, che con poche conoscenze e tempi rapidissimi ci collegano con tutto e tutti.
Noi Pescatori della Minerva Neon, nasceva da una idea illuminata di quel precursore di tendenze che sapeva essere Paolo Rosini, coadiuvato brillantemente in questo da Claudio Tuzi, per tanti anni il ‘Direttore’ responsabile della testata; Rosini, già allora, intuì che per mantenere coeso un gruppo e farlo crescere nel tempo occorrono diverse cose, tra le quali il passaggio di informazioni ed il fare sentire ogni componente del gruppo importante sono fondamentali. E cosa di meglio di un giornalino su cui elencare le gesta sportive o il semplice nominarlo, di volta in volta, di ognuno dei Soci del Gruppo e le iniziative del Gruppo stesso? Ed ecco partorito Noi Pescatori!
Quello dell’organo di stampa della Minerva Neon dei primi anni ’70 credo sia un esempio più unico che raro nel suo genere, non tanto per le modalità ‘artigianali’, che erano comuni a tanti fogli prodotti da tante associazioni dell’epoca, quanto perché era interno ad un gruppo di pescatori riuniti inizialmente in un bar e poi nella mitica “Tana”, la sede della Minerva Neon. Ho avuto la possibilità, per allestire queste pagine, di consultare le raccolte rilegate di quelle pubblicazioni e, aprendo già la prima copertina di quei giornali, ho sentito il ‘profumo’ degli anni ‘70, almeno come li immagino io che a quell’epoca ero bambino: dalle righe ciclostilate (chi ha meno di 40/45 anni vada su wikipedia per capire di cosa si parla…) di quel primo numero si sprigiona una forza, una passione e, perché no?, un romanticismo che oggi sono inimmaginabili!
Ammetto di essermi commosso leggendo certi editoriali del Direttore o certi articoli scritti sotto pseudonimo da chi sa quale redattore; non ho potuto non sorridere di ammirazione guardando le vignette satiriche e le pubblicità disegnate a mano da Gian Paolo Zuffi dei vari negozi del quartiere che con le loro offerte, oggi le chiameremmo sponsorizzazioni, contribuivano alle spese della carta e dei materiali oltre che al sostentamento della Minerva Neon.
La mente, poi, non ha fatto fatica ad immaginare l’ambiente fumoso e notturno della Redazione, ubicata nella ‘Tana’ che cambiava aspetto per l’occasione, come descritto con sapiente ironia da un anonimo cronista nel secondo numero, dove il Direttore siede ‘appartato’ a finire un pezzo, il buon Conti, instancabile, fa girare a mano la leva del ciclostile, qualcun’altro impila le pagine che escono una ad una ecc. ecc.
La composizione della Redazione, mi é sembrato di capire, era piuttosto variabile numericamente ma organizzata comunque come un vero e proprio giornale, con compiti stabiliti e con alcuni pilastri fissi come il buon Tuzi, competente in materia, responsabile del coordinamento e della realizzazione del ‘menabo’, l’asse portante di ogni numero, con le sue rubriche e le parti destinate, nel tempo, non solo alla sezione Pesca Sportiva ed Agonistica ma anche alla Sezione Ciclisti e alla Podistica.
Scorrendo quelle pagine giallastre e spesse, ne é uscita un’immagine di un gruppo di amici che avevano come primo motore del loro lavoro il piacere di stare assieme ancor prima che quello della pesca sportiva, un piacere di stare assieme oggi sicuramente perso, almeno con quelle espressioni e quella dedizione tipici della Bologna di quegli anni.
Ci tengo a sottolineare il discorso di Bologna, quella Bologna, perché essa fu, dal dopoguerra agli inizi degli anni ‘80, una fucina di spinte, di innovazioni, di voglia di fare, di entusiasmi e di passioni, di cultura, di Civilità che oggi possiamo solo ricordare con nostalgia.
Ecco, per me, Noi Pescatori della Minerva Neon é stato innanzitutto quello, un piccolo ma bellissimo segno di Civilità di cui dobbiamo ringraziare Rosini, Tuzi, Conti, Landi, Zuffi e tutti gli altri che vi hanno lavorato, che in quelle serate nella “tana” fumosa ed angusta ci hanno lasciato proprio un tangibile segno di Civiltà…
Angelo Borgatti
(Nei primi anni ‘90, non so per quali motivi, Noi Pescatori della Minerva Neon cambia nome, probabilmente perché era nata nel frattempo NOI PESCATORI, la Rivista quindicinale a tiratura nazionale dedicata alla pesca agonistica, con la quale ho collaborato poi fino alla chiusura, che di quella originaria, di Tuzi e Rosini, prese il nome pur non avendone ‘discendenza’ diretta.)
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